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Codice dei contratti pubblici - commentato

Descrizione

Aggiornato al Decreto Infrastrutture (D.L. 73/2025) convertito nella Legge n. 105 del 18 luglio 2025. 2° EDIZIONE - Commentato - A distanza di quasi due anni dell'entrata in vigore del Codice n. 36 del 2023, il Correttivo (D.Lgs. n. 209 del 2024) è intervenuto in un'ottica di continuità e con l'obiettivo di specificare alcune disposizioni, anche alla luce delle prime esperienze applicative. In concreto, le modifiche, come ben spiegato nella Relazione Illustrativa, hanno seguito tre principali linee direttrici: 1. modifiche di coordinamento interno, comprese la correzione di errori materiali, refusi e disallineamenti testuali; 2. precisazioni per accrescere la chiarezza del dettato normativo, integrando alcuni istituti o colmando dei vuoti normativi; 3. modifiche ad alcuni istituti rilevanti, conseguenti alle criticità evidenziate nella prima fase attuativa del Codice. Gli ambiti più significativi riguardano la normativa sull’equo compenso, la digitalizzazione, le tutele lavoristiche e delle piccole e medie imprese, il meccanismo di revisione prezzi nella fase esecutiva. Il successivo D.L. 21 maggio 2025, n. 73, Decreto Infrastrutture, convertito in legge 18 luglio 2025 n. 105 tra le varie misure adottate interviene nuovamente anche sul Codice dei contratti pubblici post Correttivo in più punti: Caro Materiali, Estensione della revisione prezzi, Incentivi per le funzioni tecniche, Anticipazione del prezzo per i servizi di ingegneria e architettura, Criteri ambientali minimi (CAM), Procedure per lavori in somma urgenza e di protezione civile, Misure per rafforzare i requisiti di qualificazione. L’edizione aggiornata del commentario analizza tali modifiche, comprese quelle del D.L. Infrastrutture e contiene una nuova voce “Prassi applicativa” che dà atto degli orientamenti di Giurisprudenza, Autorità di regolazione e Ministero in questi primi anni di vita del Codice. Il mondo degli appalti pubblici rappresenta uno dei settori trainanti del paese, che richiede attenzione da parte di tutti gli operatori coinvolti a vario titolo, dalla stazione appaltante, agli operatori del settore passando per le autorità di regolazione e controllo. Appalti e contratti pubblici sono altresì elementi essenziali divenuti strategici per l’individuazione di obiettivi sociali comuni, quali la tutela dell’ambiente e l’impulso all’efficienza energetica, la fornitura di servizi pubblici di qualità, la promozione dell’innovazione e dell’inclusione sociale. Si tratta di obiettivi che si affiancano a quelli generali della politica UE in materia di concorrenza non discriminatoria e lotta alla corruzione. D’altra parte, lo stretto collegamento tra disciplina dei fatti economici e interessi sociali costituisce il filo rosso delle Costituzioni nate dopo la seconda guerra mondiale e, in particolare, di quella italiana, la cui prima parte certifica il definitivo superamento della concezione formale del diritto e l’affermarsi di una visione della norma giuridica come componente strutturale dell’attività economica (Mengoni 1965), condizionata e condizionante, sì che al diritto competa non solo la funzione di organizzarne le forme esteriori ma anche, e soprattutto, quella di conformarla in senso finalistico, vincolandola al perseguimento di obiettivi di interesse generale. In questa direzione, mentre le regole sulla contabilità di Stato sono (state) tradizionalmente ispirate dal timore della cattura dell’amministrazione da parte dei privati che a questa offrono beni e servizi o, se si vuole, dalla necessità di sottrarre l’uso della discrezionalità amministrativa alla tentazione di colludere con la controparte ai danni dello Stato, la normativa sull’evidenza pubblica sembra mossa dall’esigenza di garantire la razionalizzazione della spesa, l’uso strategico delle risorse, la selezione dei contraenti più affidabili e la qualità delle offerte. In ambito nazionale i contratti pubblici relativi a lavori servizi e forniture sono oggi regolati dal D.Lgs. n. 36/2023 (Codice dei contratti pubblici), già modificato da un suo primo Correttivo (D.Lgs. 209/2024). Il nuovo Codice nasce dalla pandemia Covid e dagli obiettivi posti dal PNRR comunitario e nazionale che delegava il Governo ad adottare uno o più decreti legislativi relativi alla disciplina dei contratti pubblici al fine di adeguarne la disciplina a quella del diritto europeo e ai principi espressi dalla giurisprudenza della Corte costituzionale e delle giurisdizioni superiori e di razionalizzare, riordinare e semplificare la disciplina vigente. Parole chiave del nuovo Codice: semplificare, digitalizzare, tutelare (i lavoratori, l’ambiente, le piccole imprese) ed in quest’ottica il Codice mostra una speciale attenzione nei confronti dell’innovazione, digitalizzazione, centralizzazione della committenza, modalità di aggiudicazione più flessibili, norme di favor per le PMI, attenzione alle clausole sociali e alla parità di genere etc. In questa prospettiva, non meno importanti dei mezzi sembrano, appunto, i fini da perseguire e, in particolare, quelli sociali, ovvero la tutela del lavoro e dell’ambiente, lo sviluppo sostenibile, la qualità dei progetti e delle opere da realizzare. Giurisprudenza e Autorità di vigilanza sono state, nel frattempo, ripetutamente chiamate a dirimere dubbi e conflitti interpretativi anche sul nuovo Codice, con pronunce che costituiscono certamente un “acquis” dal quale attingere da parte sia dell’attuale legislatore che dell’interprete.
  • Editore: IL SOLE 24 ORE EDITORE
  • Pubblicato nel: 09/2025
  • Codice: 9791254836903
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